L’edilizia del futuro
Dalla costruzione del Nuovo Rettorato di Roma Tre, progetto avveniristico all’insegna della sostenibilità ambientale, ai progetti di rigenerazione dei quartieri centrali e semicentrali di Roma. Sono alcune delle opere realizzate brillantemente dal Gruppo Cam, realtà specializzata nell’ambito dell’edilizia civile e delle infrastrutture, ricca di know how e forte di una lunghissima esperienza sul campo. Ne abbiamo parlato con Angelo Marinelli, socio della nostra banca e Amministratore Unico della CAM S.p.A.

Ingegner Marinelli, dietro la CAM c’è una storia antica. Che ha inizio quando?
È vero, la nostra famiglia è alla sesta generazione di impegno nel campo edile, un impegno iniziato poco dopo l’Unità d’Italia. Fino agli anni Novanta ci siamo sempre occupati di grandi appalti pubblici. Poi abbiamo deciso di cambiare strategia, focalizzandoci nella riqualificazione di grandi quartieri di Roma che sono stati trascurati nel corso dei decenni. Abbiamo iniziato con la realizzazione delle iniziative del Piano Urbano Parcheggi in veste di concessionari di Roma Capitale, lavoro che ci ha portato a realizzare opere estremamente complesse come il parking di Via Giulia, con 300 posti auto nel cuore della Roma Rinascimentale. Il prossimo lavoro in questo ambito è un parcheggio per 450 posti auto a Piazza Risorgimento, nel quadro delle opere per il prossimo Giubileo del 2025, che prevede anche un sottopasso pedonale per i pellegrini. Si tratta, come è possibile intuire, di opere strategiche per una città dal traffico caotico come quello della Capitale. E tutte sono state seguite e finanziate da BCC Roma e ICCREA.

Quindi c’è Roma al centro della vostra missione imprenditoriale.
Sì, soprattutto perché vogliamo rimanere nell’abito della città consolidata, dove ovviamente non ci sono lotti liberi da costruire, bensì edifici che vanno rigenerati. Pensiamo a quartieri storici come San Lorenzo, il Pigneto, Testaccio, che sono completamente da ripensare. La nostra sfida è quella di puntare al recupero dei rioni storici e dei quartieri semicentrali, dando nuova vita a edifici fatiscenti o abbandonati. Un cambio di rotta rispetto all’abitudine consolidata nei decenni di una progressiva espansione verso l’esterno della città, che ha dato vita, come noto, a periferie con scarsi servizi per i residenti.
Tra gli interventi più significativi di cui si è resa protagonista la Cam recentemente, c’è senz’altro quello di Casal Bertone.
Sì, e si tratta dell’unico accordo di programma del Comune di Roma che ha avuto l’approvazione all’unanimità del Consiglio Comunale. Qui abbiamo realizzato le indispensabili opere pubbliche: un mercato rionale, la riqualificazione della viabilità interna, una piazza, un parcheggio, un parco. Abbiamo anche abbattuto due scuole che contenevano amianto. Il Comune ci ha riconosciuto delle cubature che poi abbiamo realizzato e quindi venduto. Un’operazione di cui andiamo particolarmente orgogliosi.


Roma Roberto Gandolfo
Si tratta di interventi complessi…
Molto complessi. Tutto questo richiede un know how importante, anche perché quando interveniamo in un quartiere abbiamo anche la responsabilità di spiegare alla comunità che lo vive quali sono i benefici, diretti e indiretti, che ne trarranno. Prima di attuare programmi di recupero di questo genere, mettiamo in campo una procedura partecipativa insieme ai cittadini, che quindi contribuiscono, attraverso i loro consigli, alla definizione degli interventi pubblici da realizzare. Nel caso di Casal Bertone alcune delle osservazioni evidenziate dalla comunità sono state accolte. Il nostro modus operandi è sempre improntato alla massima trasparenza e collaborazione con i cittadini, il progetto si sviluppa attraverso una sorta di processo aperto. E c’è un altro progetto che abbiamo realizzato recentemente e che credo possa illustrare chiaramente il nostro modo di intendere un tipo di rapporto virtuoso con la città.

Prego…
Si tratta del Rettorato dell’Università Roma Tre, che si inserisce all’interno del più ampio programma di riqualificazione urbana dell’area Ostiense-Marconi-Garbatella. Per la bellezza delle strutture e la funzionalità degli spazi, questo complesso è considerato una delle costruzioni più sostenibili realizzate nella capitale negli ultimi decenni. Ed infatti è stato premiato con il prestigioso DNA Paris Design Awards. Anche qui c’è stato un lavoro estremamente articolato in cui siamo stati accompagnati con la dovuta professionalità da BCC Roma. Si tratta di operazioni complicate e verso le quale il resto del mondo bancario nutre generalmente diffidenza. A monte ci sono infatti normative europee sempre più stringenti.


Ecco: che tipo di rapporto avete strutturato con la BCC di Roma all’interno di questo vostro percorso professionale estremamente innovativo?
Un rapporto fruttuoso, perché BCC Roma ha fatto e fa compiutamente quello che è il compito di una vera Banca: sostenere l’impresa anche nei momenti di difficoltà, mettendo a disposizione le proprie competenze. Si tratta di una Banca che conosce la nostra storia, le nostre capacità, e sulla base di questo ci concede la fiducia di cui abbiamo bisogno. Insomma, non opera sulla base di algoritmi, ma ha un modo di procedere incline a forme di finanziamento più consone alle esigenze imprenditoriali.
Giuliano Polidori