Enzo Badioli
l’ uomo della cooperazione
Un secolo fa nasceva Enzo Badioli (1921-2021), un protagonista assoluto della storia della nostra Banca e, più in generale, del Credito Cooperativo italiano. Nell’articolo che segue Alessandro Azzi, per lungo tempo Presidente di Federcasse, ne delinea la figura e il percorso professionale, forgiatosi negli anni della ricostruzione post-bellica
Il tempo che passa ha spesso il pregio di consentire di mettere meglio a fuoco fatti, persone ed avvenimenti restituendo loro la significatività e l’importanza che meritano.
Ciò è certamente successo per Enzo Badioli, del quale ricordiamo su queste pagine il centenario della nascita. Un percorso umano e professionale, il suo, totalmente immerso nella “piccola grande storia” della cooperazione mutualistica di credito, romana e nazionale, nel più generale contesto della ricostruzione post-bellica, del boom economico e dello sviluppo di una società e di una economia finalmente moderne.
La vicenda umana e professionale di Badioli al servizio della cooperazione di credito sappiamo come fosse nata quasi per caso nel 1961 con la nomina (da parte dell’allora ministro Taviani e con il beneplacito del Governatore Carli appena insediato a Via Nazionale) a presidente Ente Nazionale delle Casse Rurali, con l’obiettivo dichiarato di risollevare le sorti di un movimento ancora debole e troppo parcellizzato sui territori. Da quel momento, come ricorda il prof. Cafaro nel volume Piccolo credito, grande capitale, la sua attività si intrecciò – anche per ragioni di contesto – con quella della Cassa Rurale ed Artigiana di Roma, fondendosi poi con questa indissolubilmente e, letteralmente, fino all’ultimo istante che il destino ha voluto fosse proprio nella “sua” banca.
Questo stretto legame che oggi, senza una adeguata analisi storica e di contesto potrebbe non essere compreso appieno nel suo significato, in realtà creò le migliori condizioni per ragionare sia su un più adeguato sistema nazionale di rappresentanza e tutela del movimento (ma anche sulla necessità di società di servizio di sistema, a partire da quella che a breve sarebbe stata Iccrea), sia di sperimentare – quasi in una sorta di laboratorio in vivo – la possibilità di far crescere una piccola cassa rurale di borgata in un contesto urbano in fase di crescita tumultuosa, accreditandosi, in punta di piedi, nel più grande “sistema” del credito dove operavano attori ben più strutturati e potenti. Dimostrando che anche la mutualità cooperativa poteva essere strumento valido nel supportare le nuove necessità di imprese e famiglie, non necessariamente – e finalmente – marginali.

Penso che oggi il migliore omaggio alla figura di Badioli possa essere, nella chiarezza che il tempo trascorso ci consente, il ricordare con onestà intellettuale questo duplice e parallelo percorso che – sappiamo – non è stato né semplice, né facile. Peraltro, aggravato dalla complessità dell’addentrarsi in terra nuova e incognita, nella quale nessuno poteva offrire ricette preconfezionate o soluzioni pronte.

Delle realizzazioni di Badioli non c’è bisogno di parlare oltre. Sono sotto gli occhi di tutti. Partendo proprio dalla Banca che ha traghettato dalla marginalità di una periferia alla centralità della capitale, promuovendo un processo di partecipazione attiva dei soci e delle comunità di volta in volta coinvolte che credo rappresenti, in termini numerici e di contesto urbano, un caso unico in Italia. Al tempo stesso resta viva – ed oggi avvalorata dalla recente “riforma” del Credito Cooperativo – la grande intuizione di strutture associative ed imprenditoriali di sistema utili a rendere maggiormente “autonome” (non è un paradosso, ma la realtà) banche di comunità formate e volute da soci. Coese ed accomunate da una forte impronta valoriale e identitaria.
Se oggi il Credito Cooperativo italiano, nonostante le vicissitudini anche non facili degli ultimi anni è comunque coeso nella identità e nella auto-consapevolezza della propria originalità e missione, lo si deve anche a figure come quella Badioli. I suoi costanti richiami all’unità e alla cooperazione sono ancora oggi un monito ed un indirizzo per chiunque abbia realmente a cuore le sorti di quella meravigliosa esperienza che è la cooperazione mutualistica di credito.
