La nostra missione, il nostro futuro
Cari soci, è il mio primo editoriale da Presidente della nostra Banca e desidero ringraziarvi ancora per la fiducia che avete riposto nella mia persona. Lo faccio garantendovi tutto il mio impegno: la BCC di Roma rimarrà un punto di riferimento per famiglie e piccole imprese, non derogando a quello spirito originario che il mio predecessore Francesco Liberati ha saputo così ben custodire nei suoi decenni al servizio dell’azienda.
Sappiamo che le difficoltà del momento presente non sono poche. Il Paese è fortemente provato dall’inflazione e dai rincari del gas, dell’energia elettrica e dei generi alimentari. Ma la BCC di Roma non ha fatto mancare il suo appoggio al territorio, e non lo farà neanche nei prossimi mesi, che si annunciano complessi. Una delle chiavi che ci consentono di alimentare lo storico rapporto con il tessuto economico e civico dei nostri borghi e delle nostre città è costituito dal patrimonio, cresciuto del 12% fino a quasi 875 milioni di euro (sono i dati della recente semestrale).
Questa solidità è anche il frutto del lavoro e del senso di appartenenza di tutti i dipendenti, ai quali vanno i miei ringraziamenti per lo sforzo profuso in passato, così come in questi momenti di grande incertezza economica. Sono proprio i dipendenti i migliori testimoni e artefici di una storia fatta di crescita, di tenacia, di fatica e di risultati straordinari non solo dal punto di vista economico.
Ma questo è anche il momento di guardare avanti. Il futuro della nostra Cooperativa di Credito dipende da un armonico ricambio generazionale all’interno della compagine sociale della Banca. Non ho alcun dubbio sul fatto che saranno i giovani il perno attorno al quale ruoterà il mio mandato. Sono loro che dovranno traghettare il nostro Paese verso un modello di sviluppo economico sostenibile e inclusivo. Ed è quindi ai giovani soci della BCC di Roma che deve andare la nostra attenzione: un’attenzione che ne valorizzi il merito e metta i ragazzi e le ragazze al centro della nostra azione programmatica, stimolando la partecipazione e l’avvicinamento dei soci under 40, che sono, non dimentichiamolo, oltre 5mila.
Siamo convinti, infatti, che costruire il bene comune significhi anche lasciare che le persone di valore si facciano strada nella vita, che i giovani che si vogliono impegnare possano farlo nel proprio Paese, senza la necessità di andare all’estero. Come troppo spesso accade.
La nostra società sta attraversando un momento complesso e vanno valorizzate tutte le eccellenze disponibili per superare le criticità che abbiamo di fronte. Ed anche su questo la nostra Banca è pronta a fare la sua parte.
Maurizio Longhi