Misurare le imprese del futuro
Presentato il NeXt Index ESG Risk-A, un approccio innovativo per rendicontare la sostenibilità di aziende, enti locali, organizzazioni del Terzo Settore, scuole e università e favorire l’accesso al credito. Per le banche di relazione, ha detto il Direttore Generale di Federcasse Sergio Gatti, il fatto di poter contare su un sistema di indicatori che fa della relazione la sua caratteristica distintiva è una buona notizia
Il Palazzo della Cooperazione di via Torino a Roma ha ospitato lo scorso 8 novembre la presentazione di NeXt Index ESG Risk-A. L’evento, “Come misurare il futuro delle imprese”, è stato organizzato da NeXt – Nuova Economia per Tutti in collaborazione con Federcasse e Confcooperative. Il nuovo indice di sostenibilità, pensato per PMI e start-up, arricchisce il set di indicatori del NeXt Index, sviluppati da NeXt – Nuova Economia per Tutti per misurare l’impatto ambientale e sociale delle azioni e delle strategie non solo delle imprese, ma anche di enti locali, organizzazioni del Terzo Settore, scuole e università. Il calcolo del NeXt Index si basa infatti su un questionario di autovalutazione accessibile a tutte queste realtà, articolato in sei aree di valore, che vanno dalla governance all’ambiente, dal lavoro ai rapporti con i cittadini, la catena di fornitura, la comunità locale, per un totale di 30 indicatori, collegati con gli obiettivi di sviluppo sostenibile ONU, gli indicatori BES, i principi ESG. Dall’elaborazione dei dati si arriva a costruire un bilancio di impatto che non solo sintetizza il percorso di coinvolgimento degli stakeholder compiuto fino al momento della rilevazione, ma indica anche la strada da percorrere nel futuro per continuare a crescere nella sostenibilità.

UN LIVING INDEX INDISPENSABILE PER L’ACCESSO AI FINANZIAMENTI
A sintetizzare gli aspetti più innovativi del NeXt Index, Lorenzo Semplici, Responsabile CeSVa – Centro Studi e Valutazioni NeXt. Innanzitutto, quello di essere un living index, “capace di rispondere con dinamismo e flessibilità al cambiamento perché fondato su un meccanismo altamente partecipativo, resiliente alle trasformazioni socio-economiche”. Ancora, un indice capace di connettere la rendicontazione non finanziaria al posizionamento in ranking, collegato anche alla tassonomia europea, ai framework dell’Agenda 2030, BES, ESG, agli studi di certificazione, agli standard ISO e global compact. Che diventa un elemento indispensabile per l’accesso ai finanziamenti, anche attraverso una valutazione dei rischi innovativa, attenta, ad esempio, anche alle controversie in ambito ESG.

LA NUOVA METRICA RIMETTE AL CENTRO LE PERSONE E L’AMBIENTE
Si tratta di una nuova metrica – ha spiegato il Presidente di NeXt, Giovanni Battista Costa, aprendo i lavori del convegno – coerente con una nuova economia che rimette al centro la cura delle persone e dell’ambiente e non più solo la logica di massimizzare il profitto. Un cambio di paradigma di cui si avverte oggi più che mai bisogno “in un momento storico in cui anche a livello mondiale ci siamo resi tutti conto che le cose non vanno” ha osservato. Da qui nasce l’esigenza di “costruire una misurazione coerente con l’obiettivo di crescita economica e di creazione di valore condiviso che rispetti l’uomo e l’ambiente”. Esigenza a cui i NeXt Index rispondono come “indici costruiti dal basso, quindi a partire dai bisogni di benessere, qualità, rispetto dell’ambiente”.

INTELLIGENZA COLLETTIVA E FORMAZIONE PER MIGLIORARE IL RAPPORTO FRA BANCA E IMPRESA
Fra i punti di forza dell’Indice – ha sottolineato ancora Leonardo Becchetti, co-fondatore NeXt Nuova Economia per Tutti –, innanzitutto l’intelligenza collettiva. Il NeXT Index è il frutto di diverse competenze messe insieme; dimostra che “vale molto di più qualcosa che non è stato creato solo dagli esperti ma prodotto insieme agli stakeholder”. C’è poi la formazione, che accompagna l’intero percorso, e l’autovalutazione confermata dagli stakeholder, molto più a prova di washing della certificazione. Un percorso che – ha osservato Becchetti – conduce a migliorare il rapporto fra banca e impresa. Perché si riducono le asimmetrie informative, dunque i rischi, anche di controversie, e quindi le banche possono offrire finanziamenti a tassi di interesse migliori.

UN INDICE DI RELAZIONE, PER LE BANCHE DI RELAZIONE
“Per le banche di relazione, quali sono per vocazione ma soprattutto per normativa le banche di credito cooperativo, il fatto di poter contare su un sistema di indicatori che fa della relazione la sua caratteristica distintiva è una buona notizia”. A confermarlo il DG di Federcasse Sergio Gatti, intervenendo alla presentazione del nuovo NeXt Index ESG Risk-A dedicato a PMI e start-up. Uno strumento utile per valorizzare il rapporto fra banca, impresa, assicurazione. Superando alcuni dei limiti dell’attuale sistema di valutazione. Che, da un lato, presenta un numero talmente elevato di standard – oltre 600 ESG a livello globale secondo una statistica del 2018 – tali da confondere l’impresa. Dall’altro – ha aggiunto Gatti –, espone alla concentrazione sotto poche, grandi agenzie, sotto la spinta normativa dei grandi investitori istituzionali. Si impone così, come ha confermato un’indagine della Commissione europea del 2020, un sistema in cui soprattutto le imprese piccole e medie devono affrontare alcune criticità: la leadership culturale dei paesi anglofoni; la scarsa trasparenza e comparabilità fra i rating; la scarsa cura delle relazioni con le imprese; costi crescenti. La proposta di NexT – ha concluso Gatti – attraverso la valorizzazione della relazione fra tutti i soggetti coinvolti, accompagna l’impresa nella scelta. E fornisce quell’informazione qualitativa che fa la differenza per un sistema come il Credito Cooperativo, che supera il 20% del credito in settori ad alta intensità di lavoro, come artigianato o agricoltura.
COSTRUIRE UNA NUOVA ECONOMIA
A partecipare al dibattito, moderato dalla giornalista del TG2 Marzia Roncacci, anche Gian Luca Galletti, Presidente UCID ed ex Ministro dell’Ambiente. “Nelle università il lavoro viene ancora messo al pari della finanza, dei beni, dell’organizzazione – ha osservato –, ancora si parla di massimizzazione del profitto. Questa è la vecchia economia. Se noi vogliamo cambiare paradigma, dobbiamo entrare nel nuovo contesto in cui l’azienda mette i beni al servizio del lavoro perché la persona è al centro”. Bisogna davvero cambiare il modello di sviluppo e di crescita – ha evidenziato Giuseppina Gualtieri, Presidente di Impronta Etica – e dunque il modo di fare impresa. “La sostenibilità economica non è massimizzazione del profitto, ma una giusta redditività”.

LE IMPRESE DEL FUTURO SONO SOSTENIBILI. E SONO GIÀ UN TERZO DI QUELLE ITALIANE
“Un terzo delle imprese italiane è già nella rivoluzione sostenibile”. Per Giuseppe Tripoli, Segretario Generale Unioncamere, sono già cinque milioni le imprese italiane che, avendo investito in tecnologie e sostenibilità, hanno già traguardato il futuro; oggi godono di performance migliori. Resta invece tantissimo da fare per i restanti due terzi del sistema imprenditoriale italiano. L’esempio del modello cooperativo è stato invece al centro dell’intervento di Marco Venturelli, Segretario Generale di Confcooperative. Venturelli ha posto l’accento sui vantaggi di spingere le imprese a rendicontare elementi di qualità. Come fa la revisione cooperativa, o la cooperazione sociale con il bilancio sociale. Del quale sono elementi anche, ad esempio, la proattività verso il territorio e lo spirito di mutualità.