Le BCC e la finanza sostenibile.
Una relazione virtuosa
Presentato il Primo rapporto sulla finanza sostenibile, che sintetizza i risultati di una ricerca condotta presso la clientela delle BCC. Il Credito Cooperativo conferma la sua propensione ad affiancare alla sua tradizionale missione di sostegno all’economia del territorio, la funzione di catalizzatore della transizione verde e dell’inclusione sociale

Come si rapportano i soci e clienti delle BCC alla finanza sostenibile? Quanto incide l’attenzione all’impatto sociale, economico ed ambientale nella scelta degli investimenti? Quel è il ruolo delle BCC in questo contesto e che impatto ha una buona conoscenza finanziaria?
Sono stati circa 8mila i soci e i clienti delle BCC – Casse Rurali – Casse Raiffeisen che si sono espressi rispetto alla personale propensione a scegliere e utilizzare strumenti finanziari che integrino fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). Considerazioni raccolte e analizzate nel Primo rapporto del Credito Cooperativo sulla finanza sostenibile, documento che riassume e sistematizza i risultati di una grande ricerca condotta presso la clientela retail e corporate delle BCC e CR da Iccrea, Cassa Centrale e Federazione Raiffeisen nei mesi scorsi (con un apposito questionario online) e con il coordinamento di Federcasse.
Il Rapporto è stato presentato nel corso del webinar “Noi aziende, noi famiglie e la finanza sostenibile. Rapporto sulla propensione alla finanza sostenibile dei soci e dei clienti delle BCC”, che si è svolto il 1° marzo, organizzato dalla ScuolaCooperativa di Federcasse.
Le caratteristiche di governance, normative ed organizzative delle BCC rendono l’attenzione alla sostenibilità una componente insita nell’operatività delle Banche di Credito Cooperativo. Eppure, come ha ricordato nel suo indirizzo di saluto il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba, “anche se partiamo strutturalmente avvantaggiati dobbiamo ora mettere a frutto queste nostre peculiarità sapendo che nei territori in cui operiamo dobbiamo offrire finanza cooperativa a tutto tondo”.
Dal Rapporto, ha ricordato dell’Erba, si evidenzia innanzi tutto come “il Credito Cooperativo sia ben posizionato affinché alla sua tradizionale funzione di sostegno all’economia del territorio si affianchi quella di catalizzatore della transizione verde e dell’inclusione sociale”.


LE BBC AL CENTRO DELLO SVILUPPO DELLA FINANZA SOSTENIBILE
Nel Rapporto, commentato nelle sue linee essenziali da Giovanni Ferri (Economista LUMSA di Roma), risulta sorprendente l’entità degli investimenti in Finanza Sostenibile già detenuti dalla clientela del credito cooperativo. Il 27,4% di coloro che hanno risposto al questionario, infatti, già detiene un investimento sostenibile e responsabile e per più del 50% la quota di tali investimenti supera il 10% del valore del proprio portafoglio.
Nel valutare il proprio rapporto con le BCC – CR, i partecipanti all’indagine hanno dato molta importanza a tematiche riconducibili alla governance aziendale e alla dimensione sociale, mentre pesano meno le tematiche riferibili alla dimensione ambientale.
In particolare, i rispondenti si avvalgono molto spesso della banca per conoscere e anche per effettuare gli investimenti finanziari in generale e nello specifico in Finanza Sostenibile. Le BCC – CR, infatti, sono uno snodo essenziale per favorire anche in termini consulenziali un avvicinamento agli strumenti finanziari ESG, con un grado di sensibilità e di affidamento alla banca che cresce dagli stakeholder periferici (clienti soltanto) a quelli centrali (soci) fino all’area dei collaboratori. Questi ultimi, in buona sostanza, sono il perno sui quali sviluppare una idonea strategia di promozione degli strumenti disponibili.
Grazie al proprio patrimonio informativo e relazionale, le BCC -CR possono inoltre mirare a “costruire” al proprio interno, anche attraverso forme innovative di intermediazione, attività green da proporre agli investitori.
Ovviamente, possono essere messe in campo possibili azioni che, rafforzando la Finanza Sostenibile nelle BCC, potrebbero ulteriormente irrobustire la loro posizione competitiva. Come, ad esempio:
Promuovere la sensibilità ambientale degli stakeholder, coltivando il legame inscindibile fra la dimensione sociale e ambientale della sostenibilità, in linea con l’ecologia integrale di Papa Francesco (collegamento al sistema valoriale di riferimento del Credito Cooperativo).
Accrescere la consapevolezza dei clienti del ruolo della banca per accelerare la Green Transition mediante l’espansione della finanza sostenibile.
Promuovere l’educazione finanziaria, soprattutto nei confronti delle donne e delle persone tradizionalmente escluse dall’accesso al credito.
Sviluppare una partnership con i consulenti indipendenti delle imprese per sensibilizzare la imprese stesse verso la finanza sostenibile.

LA SOSTENIBIILITà, UN VALORE STORICO PER LE BCC
Ma come si finanzia la sostenibilità adottando i criteri ESG (Environmental, Social and Governance)? Proprio grazie ad un approccio di investimento che integra questi tre fattori.
Esistono delle strategie, ha spiegato Miria Pigato, economista della Banca Mondiale in collegamento da Washington, che prevedono diverse opzioni a partire da “investimenti in settori, società o progetti selezionati per performance ESG positive, oppure attraverso l’esclusione da un fondo o portafoglio di determinati settori, società, paesi o altri emittenti in base alle attività considerato non investibile. E ancora, l’inclusione sistematica ed esplicita da parte dei gestori degli investimenti dei fattori ambientali, sociali e di governance nella analisi finanziaria, o attraverso il coinvolgimento di azionisti che usano il proprio potere per influenzare le strategie delle imprese spesso ponendo pressione al board”. Sebbene in Italia si considerino molto importanti i temi ESG nelle scelte di investimento, secondo Pigato “la conoscenza sui prodotti di investimento sostenibile e responsabile non è ancora sufficiente”.
In questo le BCC giocano un ruolo molto importante in termini di dialogo con il territorio e, soprattutto, di formazione.
Le BCC vengono viste come interlocutore affidabile in questo contesto perché, come ha sottolineato Pietro Galbiati, Vicedirettore Generale Iccrea Banca, è proprio nella loro storia “che ritroviamo questi valori”. È evidente – ha detto – che abbiamo un qualcosa da poter esprimere ma soprattutto da consolidare e da aggiornare. Non dobbiamo dare per scontato di essere avanti ad altri competitor, questo sarebbe un errore strategico e tattico. Non abbiamo raggiunto un traguardo definitivo, ma dobbiamo pensare di trovarci in una situazione da cui poter partire e su cui investire”.
