Dalle BCC un prezioso contributo ai processi di sviluppo delle Pmi

È quanto emerso dal “Rapporto MET 2022” presentato lo scorso 13 dicembre, che ha messo bene in evidenza l’importanza crescente delle BCC nel processo di modernizzazione del sistema produttivo italiano
Le BCC confermano la propria attitudine ad accompagnare concretamente e con soddisfazione i processi di sviluppo delle Pmi più dinamiche (cd. “Imprese 4.0”) e di quelle vocate all’export. Migliori le performance delle imprese clienti BCC sul terreno delle iniziative green e sostenibili.
È quanto emerge dal “Rapporto MET 2022” dal titolo Le imprese dopo la pandemia edito da ECRA e di cui Federcasse è promotrice, presentato il 13 dicembre a Roma.
La presentazione del Rapporto “MET” (acronimo del Centro Studi “Monitoraggio Economia e Territorio”) coordinata dal Capo Servizio Economia della Agenzia Ansa Andrea D’Ortenzio, ha visto la partecipazione del Presidente del Centro Studi MET Raffaele Brancati, della Vice Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Silvia Vori, del Segretario Generale di Confcooperative Marco Venturelli, della Docente di Economia Applicata e direttrice della LUISS School of European Political Economy Valentina Meliciani, del Segretario Generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli e del Senior Sales Director di CRIF, Vito Antonio Furio.

LE BCC NEL PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO
“Il Rapporto – si legge nell’intervento del Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba sul Sole 24 Ore del 14 dicembre – mette bene in evidenza l’importanza crescente delle BCC nel processo di modernizzazione del sistema produttivo italiano. È cresciuta nel tempo la percentuale di clientela imprese cosiddetta integrata e si evidenzia anche un importante progresso nell’incidenza di imprese 4.0 nonché di imprese che effettuano investimenti verdi”.
“Il Rapporto MET – prosegue dell’Erba – conferma che l’industria bancaria sta svolgendo una funzione di valorizzazione delle energie imprenditoriali, con il segmento delle BCC specialmente impegnato nei territori dove opera per accrescere la competitività delle imprese clienti e quindi contribuire all’obiettivo strategico di lunghissimo periodo: creare lavoro degno, soprattutto per e con i giovani, e quindi contribuire alle disparità di reddito”.
Il dato sulle BCC, ha sottolineato il Direttore Generale di Federcasse Sergio Gatti nel corso della presentazione, “è una conferma del contributo che da anni le BCC danno al territorio, in termini anche di vicinanza e conoscenza del mondo imprenditoriale”.
L’importanza dello studio, ha proseguito Gatti, sta soprattutto nella sua “bifocalità, e cioè nella sua capacità di prendere in considerazione sia le tendenze generali ma anche le micro-dinamiche interne al settore produttivo. E nella periodicità grazie alla quale vengono fotografati un’ampia gamma di comportamenti in modo da poter tenere sotto controllo i driver della competitività”.
Illustrando le principali evidenze del rapporto il presidente del Centro Studi MET Raffaele Brancati ha voluto sottolinearne l’originalità, “un’analisi diretta sui comportamenti delle imprese”, in grado di dare un quadro completo anche su aspetti riguardanti l’innovazione e la ricerca.

LA RESILIENZA DELLE IMPRESE ITALIANE NELLE GRANDI TRANSIZIONI IN ATTO
Il Rapporto raccoglie i risultati di una rilevazione su oltre 20 mila imprese industriali e dei servizi. Di seguito le principali evidenze.
Dopo le crisi finanziarie 2008 e 2011, la reazione del sistema economico nazionale e di quello industriale è stata lenta e parziale sul piano dei volumi produttivi e dei risultati economici. In occasione dello shock pandemico la reazione, viceversa, è stata immediata e totale.
Le cause sono state diverse e riferibili a numerosi attori. Una parte del merito va alle politiche mondiali, europee e nazionali, che sono state coerenti tra loro e con un sostegno finanziario diretto e di supporto alla domanda aggregata estremamente rilevante.
Almeno una parte del merito di questa reazione va attribuito alle condizioni di un sistema produttivo nazionale che è arrivato alla crisi Covid in situazioni più solide rispetto agli anni immediatamente precedenti al 2008 sul piano delle strategie di crescita e di irrobustimento della struttura finanziaria e reale.
Per quanto concerne l’impegno nelle attività “verdi” con investimenti specifici da parte delle imprese, questo tocca una percentuale elevata delle attività industriali. Gli investimenti per migliorare l’efficienza energetica interessano quasi il 13% delle imprese; con punte superiori al 30% nel caso delle imprese di dimensioni medie e grandi. Anche gli interventi in altri ambiti, prevalentemente legati alla selezione delle componenti in funzione del recupero dei materiali e del minore impatto ambientale, interessano sempre quote rilevanti di produttori, dal 5% delle microimprese al 15% delle grandi.
IL RUOLO DELLE BCC A FAVORE DELLE IMPRESE PIU’ INNOVATIVE E GREEN
L’incertezza della guerra e le difficoltà energetiche, ha spiegato il Vice-Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Silvia Vori, ha comportato da parte delle imprese un interesse sempre maggiore nei confronti “del risparmio energetico ed investimenti green”.
I temi legati alla sostenibilità ambientale “influenzeranno sempre di più le scelte strategiche delle imprese” e tra i fattori che hanno promosso l’adozione di investimenti green c’è sicuramente “l’accesso al credito, che conferma l’importante ruolo svolto dal sistema bancario. La testimonianza anche dell’importanza del localismo bancario rispetto al cambiamento tecnologico”.
Le imprese italiane hanno reagito alla pandemia anche grazie ad interventi di policy, ha sottolineato la professoressa Valentina Meliciani. “Le politiche industriali (industria 4.0) e per il credito (fondo di garanzia) sembrano aver accresciuto la capacità di reazione delle imprese”. “Le transizioni verde e digitale – ha aggiunto – richiedono nuove competenze”.
Dal Rapporto emerge una doppia visione di “disparità”, ha spiegato invece il Segretario Generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “C’è la disparità tra aziende che si attardano e aziende che sono straordinarie nella loro capacità di resilienza; poi c’è la disparità, anzi la differenza, che rappresenta la forza del nostro tessuto produttivo, estremamente differenziato”. Per rafforzare questo valore “è necessaria una maggiore attenzione sui temi delle competenze e della burocrazia, che va snellita”.
Il Segretario Generale di Confcooperative, Marco Venturelli, dopo aver affrontato il tema del PNRR, ha sottolineato come potrebbe essere interessante e di pratico utilizzo uno studio che, come il Rapporto MET, affronti il tema della pubblica amministrazione che costituisce “uno degli ambiti fondanti del nostro sistema paese, e che i cittadini vivono ogni giorno”.
Il Senior Sales Director di CRIF, Vito Antonio Furio, esprimendo apprezzamento per l’analisi condotta ha voluto sottolineare il ruolo delle BCC in questa fase. Dai dati di CRIF, infatti, risulta che le richieste di credito presentate alle BCC stanno ritornando al livello pre-pandemia, dimostrando che non c’è stata da parte delle Banche di Credito Cooperativo nessuna restrizione nel credito.